giovedì 29 novembre 2012

Measure for measure

Anche oggi la mia dose di maltrattamento - oggi però ho argomentato.
Fatto: Sonia (ancora lei) riporta a tutti gli altri a bassa voce e con tono allusivo che in seguito al decesso della sorella di una collega alcuni stavano pensando a un telegramma di condoglianze.
Percepisco - forse perchè certe parole chiave sono calcate ad arte - che si sta organizzando qualche celebrazione. Punto da un pensiero repentino, mi interesso: mi rivolgo a tutti e dario si sente di rispondere, mentendo, evasivamente riassumendo il contenuto della comunicazione: "chi fa il telegramma e dove"...
Ovviamente non ne so nulla. Cado dal pero e mi informo: apriti cielo. Che io ascolto le conversazioni altrui - provate voi a starne fuori in una stanza di dieci mq con quattro persone - che intervengo sempre a sproposito - già provata ieri, ma ogni intervento è a sproposito! - e che comunque il mio problema è quello di bestemmiare. Ah sì proprio.
Così mi sono ritagliato un attimo di tribuna per sottolineare la mia distanza affettiva da questo gruppo "di merda"; e che tuttavia questo non impedisce di farmi parte zelante quando si tratta di argomenti professionali - ma bisognerebbe avere chiaro il concetto! - o di cortesia formale. Posto che apriamo una parentesi sugli inviti alle feste di compleanno, che sono ben contento di non avere perchè ritengo questi riti delle autentiche messe-nere, volgari scimmiottamenti che nascondono un ben preciso affermazione delle gerarchie di potere.
Infatti sono cntrario alle gerarchie, eccetto che alle distinzioni di ruolo che dà l'esperienza e la capacità.
Quante cose, in cinque minuti di discussione!

mercoledì 28 novembre 2012

meno male che ho parlato

Sì, menomale che ho parlato delle ferie, come promesso! Tutto si è raggrumato attorno al fatto che 1) nessuno si  è rivolto a me direttamente, ma mi parlano soltanto in risposta a mie domande dirette- altrimenti quello che io dica, non dica, faccia o non faccia è del tutto ignorato; 2) tra loro tre hanno evidenziato il giorno 28 (perché?) e il giorno 31 come critici, dove non sarebbe stata garantita la presenza di una persona almeno nel nostro ufficio; 3) tutti loro tre continuavano a ribadire questo concetto, reiterando affermazioni tra lo sconsolato e la presa d'atto, aspettandosi che io mi facessi avanti - e sempre evitando di interpellarmi direttamente. Mi monta il rancore mentre scrivo: non dovrebbe invece innescare la scrittura un meccanismo di elaborazione e/o di superamento del lutto?
Fatto sta che Sonia si è proposta per coprire questi due giorni fatidici: al punto che anch'io mi sono messo in lizza per il 28: quindi me ne sono uscito dalla stanza. Al mio ritorno, i tre confabulavano, ma come al solito hanno cessato non appena sono comparso. Poi ho "intrasentito" - sempre come se fossi trasparente - che Sonia e Cenzino si accordavano per passare insieme la giornata del 28. Resterebbe il 31: Sonia ha confermato la sua disponibilità, ma soltanto al mattino; al che tutti hanno assicurato che andrebbe bene. Oggi annuncerò che il giorno 31 ci sarò anch'io. Voglio vedere la reazione.
Io ho molti problemi; è consolazione parziale constatare che anche altri ne hanno.

martedì 27 novembre 2012

Ferie Prospiekt

Oggi comincia male, già l'istruttore direttivo mi accoglie _ si fa per dire _ con il solito saluto ripetuto, questa volta un triplice ciao - ciao - ciao, mentre è alle prese con le sue lettere-di-penelope. E tipicamente mi volta le spalle. Così mi rammento di come nessuno abbia condiviso con me la programmazione delle ferie. Quindi mi arrabbio perchè poi la funzionaria si accorda con il dario e ovviamente a me pare sempre che con il suo fare mite e elusivo questi mi freghi sempre. E' evidente che ciascuno degli altri preferisce che non chieda nulla; quindi questa mattina aspetterò che ci siamo tutti e chiederò. Chissà come e che cosa salta fuori...

martedì 13 novembre 2012

la fragilità dell'animo umano

Ogni volta che mi ritrovo a subire "un torto", uno sgarbo, una beffa: ecco che ci rimango male. Come questo che non riesce proprio a parlare - "meglio soli che male accompagnati!" e quanto ha ragione - e che esce approfittando della assenza di quelli che considera suoi capi, e mi lascia esattamente solo a fare esattamente quello che avrei fatto se tutti i colleghi fossero andati al corso contemporaneamente.
Chissà perchè me la prendo così tanto, chissà perchè mi offende l'idea che ci siano alcuni "più furbi".

martedì 23 ottobre 2012

il nodo e i pettini

Ecco. Nel tempo si va chiarendo che la "ragazza" non intende in realtà affidarmi dei veri "compiti" - l'analisi dei titoli non produce un effetto reale di distribuzione dei compiti; ha come effetto invece una conoscenza diffusa che snellisce nettamente il lavoro, ma continua a equiparare me e "loro" con l'unica differenza che "loro" sono più confidenti, inseriti, e io come al solito mi sento disadattato. E li invidio (!).
Ieri, in replica a un intervento un po' generico di una compagna di lavoro sul mobbing di cui ritiene di essere oggetto, ho citato come controesempio il fatto che "loro" iniziano a parlare quando esco dalla stanza, e smettono di colpo quando rientro. Nessuno ha smentito: il dario (da ora in poi AbbeceDario) ha bofonchiato qualcosa sulla impossibilità a dimostrare che si tratta di emarginazione premeditata. L'altra (d'ora in poi In-Sonia) ha intraparlato tra sè, abbastanza forte da farsi udire, che se i discorsi finiscono non è possibile continuarli. Quindi ho avuto la conferma che lo fanno, ne sono consapevoli, sta loro bene così; inoltre, dalle scuse non richieste dell'AbbeceDario, posso dedurre che almeno lui si sente la coscienza sporca.
Sono molto arrabbiato soprattutto con me stesso perchè vorrei trovare il modo di fargliela pagare. Eppure intravedo anche un'insperata apertura di dibattito, più che sul mobbing - fattispecie che attualmente non esiste ancora nell'ordinamento italiano - sulla qualità delle relazioni nell'ambiente di lavoro.
Non credo però che sarà un tema affrontabile.

domenica 14 ottobre 2012

la riunione è avvenuta e non ci ho capito nulla, come al solito. Siamo giunti al compromesso che mi sono stabilito la quota quotidiana di carichi, ragionevole, soddisfacente per le parti. Sono l'unico a parlare di cifre e di programmazione, tutti gli altri sono troppo "artistici" per poter incasellare la loro ispirazione in un ritmo costante. Ogni tanto rimpiango Marchionne.

venerdì 5 ottobre 2012

cinque ottobre: ieri la giornata lavorativa è trascorsa a cercare chiarezza sulle mansioni e sui compiti; in maniera indiretta, è risultato che nulla cambia ma che si aggiungono compiti. C'è chi considera questo un sopruso, quindi intende i nuovi compiti non un'aggiunta ma una sostituzione. C'è chi poi libera la propria inclinazione alla ricerca su internet e in ultima analisi al cazzeggio e si accolla l'onere di ricercare informazioni sulle qualifiche professionali. Sarebbe bellissimo se solo riuscisse anche a capire quello che legge...Siamo in attesa della fatidica riunione di riorganizzazione. Nel frattempo, far west.

mercoledì 3 ottobre 2012

tre ottobre: oggi la Radice mi ha indicato di occuparmi della questione delle qualifiche professionali. Mi ha illustrato i compiti  assegnati agli altri colleghi. Mi ha raccomandato di mettermi a disposizione per gli inserimenti qualora l'arretrato superi la soglia di guardia. Dico io "che ci stanno a fare gli altri"?
Quando esco dalla stanza vengono iniziati discorsi che si interrompono bruscamente al mio rientro. Per ora non ho nulla di nuovo da rilevare. Aspetto di capire quanto tempo ci vorrà a "smaltire" la lavorazione dei nuovi carichi per ritornare al lavoro di routine.
In tutti i modi, sento odore di trappolone. Troppi sghignazzi. Paranoia?

martedì 2 ottobre 2012

oggi due ottobre: penso che la Radice non mi consideri affatto. Oppure sta per preparare un trappolone. Il punto è che la funzionaria legge la realtà attraverso gli occhi deformi e deformanti di quel prete di dario. Ecco uno dei vantaggi di essere 7° livello.
Dario distribuisce prebende ai suoi devoti leccaculo. Questo è quello che penso.
Ha affidato a Sonia il compito di scrivere lettere - dopo che mi ero proposto io stesso facendo presente che il lavoro di routine si era di gran lunga assottigliato (grazie all'impegno di una squadra esterna a questo gruppo, peraltro); ha affidato a vincenzo la gestione degli invii a asl - sebbene sia molto consigliato saper leggere. Inoltre ha assegnato a vincenzo anche il compito di esaminare le qualifiche professionali di acconciatori e estetisti, anche questa volta dopo che mi ero proposto. A me non rimane che l'inserimento dei panificatori. C'è qualcosa che non va. Ho la sensazione che Dario mi escluda deliberatamente.
Da ultimo, il lavoro di analisi delle mansioni e dei "flussi produttivi" viene assegnato a Dario - e ci può stare - e a Vincenzo. Questa scelta mi lascia ancora una volta perplesso.
Purtroppo mi rendo conto di tornare a scatenare una guerra bambinesca tra chi ce l'ha più lungo. Ma delle due l'una: o gli inquadramenti non contano; oppure contano. Quindi deve contare anche il mio.
Penserò a un modo per valorizzare il mio ruolo.

lunedì 1 ottobre 2012

oggi, primo ottobre,  comincio a fare davvero il diario, sulla base di quanto mi sta succedendo al lavoro. Sono ossessionato. Penso sempre al posto di lavoro: mi faccio prefigurazioni di quello che mi potrebbe succedere. Mi sento minacciato. Penso che i colleghi tramino alle mie spalle per screditarmi. Quindi scrivo quanto mi succede, perchè penso che un domani, rileggendomi, potrò ridere di queste considerazioni amare e preoccupate. Anche se non è facile, mi riprometto di essere costante e mettere "carne al fuoco" giorno dopo giorno, ogni volta un pezzetto.
Questa mattina Dario è in ferie. I miei colleghi sono stati quasi sempe via mentre stavo "di là" allo sportello. Meglio.