martedì 27 ottobre 2009

Ma quante belle idee madamadorè!

Vediamo: la principale sono i Fronti Popolari. Creare aggregazione politica con la base cattolica, proprio mentre Rutelli compie la sua parabola che dai Radicali, sfruttando il Buco Gravitazionale di Giove-PD, lo conduce a Casini: mi pare proprio una bella idea e un bel momento - il Fronte Popolare, intendo!
La seconda idea è il dopo-scuola laico e autogestito: dove si esibisce la realtà pronta ad accogliere il pensiero logico. Mi preoccupa un po' questo appello alla ragione, mi sento a volte un borghese del settecento. Ma solo Rousseau sa se ci sia bisogno di ragione - e ragionevolezza - nelle nostre azioni e nelle nostre scelte!
Provo a fare un sotto-elenco:
- immigrazione
- inquinamento, rottamazione delle auto, produzione di rifiuti, bilancio energetico
- salute, influenza "A", vaccino, politica sanitaria di massa
- morale, sessualità, ruolo della donna, ruolo di ciascuna persona, libertà
- lavoro, salario, ricchezza - dignità, valori umani, valori sociali, valori civili
- governo, democrazia, impegno, economia e politica.

wow! fatemi prendere fiato! se appena appena tre di questi temi venissero affrontati "alla base", allora ragazzi, quanto bel produrre politica si vedrebbe nei nostri paesi!

Adesso chiudo qui; ma pare arrivato il momento della risposta. Il Comitato Popolare in ogni comune.
Ciao.

venerdì 15 maggio 2009

Incontro con Mantegazza, secondo frammento

Il prof. Mantegazza si sofferma, con numerosi esempi e controesempi, su alcuni atteggiamenti pedagogici fondamentali; è evidente che sta parlando prima di tutto al proprio uditorio, cioè a insegnanti (e alcuni genitori) della scuola primaria e dell'infanzia.
La scuola, sostiene, deve proporre non già un quadro valoriale precostituito e rigido, ma al contrario gli strumenti per valutare in modo sempre più autonomo e efficace i valori che di volta in volta vengono proposti dal "mondo". La scuola è nel mondo: il suo compito educativo sta precisamente nell'educazione alla comprensione degli eventi.Di più. Tanto la scuola è nel mondo al punto da essere permeabile a ogni idea del mondo; con una caratteristica irrinunciabile: tutto quanto entra a scuola diventa oggetto culturale; sia pure il sentimento di "paura" che in questo periodo si sente evocare spesso.
La paura è naturale; va rispettata e presa sul serio: al punto che è necessario comprendere da che cosa nasce e quali motivi la suscitano. Tutto questo per riuscire a fare ugualmente le cose, accompagnando il sentimento di inquietudine che le accompagna naturalmente. La paura per esempio permette di notare subito le differenze: questo è il passo essenziale per l'incontro.

giovedì 14 maggio 2009

Raffaele Mantegazza a Erba

Linedì 11 maggio si è tenuto un incontro a Erba, organizzato dalla direzione del circolo della scuola primaria e dell'infanzia. Aveva per titolo "le radici e le ali - educazione alla multiculturalità"; ha visto protagonisti, oltre al pubblico prevalentemente composto di insegnanti, la dirigente S.Campisano e il prof.Mantegazza, studioso di pedagogia e autore di numerosi libri e ricerche sul campo.
Mantegazza ha esordito con una storia Zen; in effetti di aneddoti ne ha raccontati molti, durante le due ore e passa in cui ci ha intrattenuti sul tema del diverso.
Ecco la storia:
"quattromila anni fa, in cina, tra quelli che poi avrebbero abbracciato il credo buddhista, era consuetudine accogliere i novizi che intendevano farsi monaci, per un periodo di tirocinio; questo durava tre anni. Durante il primo anno i novizi svolgevano quasi soltanto lavori manuali di "servizio", come le pulizie e la manutenzione; durante il secondo anno i novizi approfondivano la conoscenza di sè stessi e del mondo. Durante il terzo anno dovevano stare in silenzio completo.
Al termine del terzo anno, venivano sottoposti a un esame che consisteva in un qoan, una domanda paradossale, superato il quale diventavano monaci a tutti gli effetti:
- in un villaggio lavora il miglior fabbro della terra, che è in grado di costruire lance insuperabili, capaci di penetrare qualunque armatura. Questo fabbro talvolta costruisce anche scudi; siccome è veramente abile e esperto, gli scudi che costruisce sono impenetrabili e nessuna lancia li può trapassare.
Riuscirà una lancia forgiata da quel fabbro a trapassare uno scudo costruito da lui stesso?
Questo era il quesito. I novizi che rispondevano "sì" venivano bocciati.
I novizi che rispondevano "no" venivano bocciati.
Veniva accolto nella comunità dei monaci soltanto chi restava in silenzio.
A volte ci sono domande che non ammettono risposta. Non è sempre "o bianco, o nero", ci sono aspetti della vita che richiedono un atteggiamento di ascolto e di attenzione. La questione delle "differenze" è uno di questi aspetti. I diversi hanno ragione tutt'e due. Altrimenti non ci sarebbe partita. Il problema è evitare di decidere "chi ha più ragione", cercando invece di accettare che ognuno la pensi come vuole sui grandi temi dell'umanità. Perchè c'è il dolore, quando morirò, i miei figli riusciranno a essere felici...

venerdì 20 marzo 2009

Inconscio collettivo

clicchiamo sul titolo! guardiamoci e riguardiamoci (e ascoltiamoci) questo spezzone del 1982, e tiriamo fuori quel "vivido piccolo fuoco" che arda ancora, per sempre, con noi.
Purtroppo non c'è nessun generale dalla nostra parte: dobbiamo proprio scontrarci con la pula.

martedì 17 marzo 2009

trent'anni dal "7 aprile" e dieci anni dalla chiusura dei Centri Giovani

... e se vogliamo, 120 anni dalla presa della Bastiglia. Ma questo interessa meno, in un momento in cui occorre partire dalla base. con metodo. scientifico.
In questa prospettiva, mi ricordo: dieci anni fa il comune di milano ha cominciato ad attuare la esternalizzazione dei Centri di Aggregazione Giovanile, che prendevano il nome collettivo di "Centri Giovani".
Oggi, il comune di milano è sul punto di esternalizzare il servizio di orientamento ai disoccupati, conosciuto come "Sportelli Lavoro".
Allora una mobilitazione disincantata e entusiastica ha permesso di ottenere alcuni risultati: regolarizzazione per alcuni (confluiti negli Sportelli Lavoro: sono tra questi), indennizzo per altri pari a un massimo di un'annualità (circa 30 milioni di vecchie lire).
Oggi l'esternalizzazione del servizio di orientamento al lavoro avviene nel silenzio assordante delle Istituzioni (ovvio), dei sindacati (più ovvio) e degli stessi lavoratori, attratti dal mito del compiacere il padrone per essere richiamati a lavorare.
Eppure, scientificamente, razionalmente, si può analizzare per analogia il portato di quella operazione, per inferire previsioni su questa. Intendo farlo.
Ricercare i vecchi colleghi; mappare i nuovi e attuali centri di aggregazione giovanile; esaminare comparativamente obbiettivi e risultati; raccogliere i dati dei flussi di utenza di ieri e di oggi, e confrontarli. E più ancora, individuare i nodi delle reti che allora - e oggi - si sono inter-allacciati: per ragionarci sopra. Per trarne auspici, quasi sciamanici, sul significato, sul senso e sulla prospettiva dell'operazione di oggi.