lunedì 23 maggio 2011

La coltivazione dell'orto come metafora del cervello

Ecco quindi che sono nate le prime pianticelle, tenere e spaurite. Piselli, cetrioli e zucchine spadroneggiano. Se si osserva attentamente, la rucola, le rape e i ravanelli stanno alzando la testa. L'insalata per adesso fa l'aristocratica e cresce a macchia di leopardo dove il terreno è più sgombro. Le fragole di bosco sono finite ieri; salvia e origano si contendono quel po' di sole. I pomodori tentano i primi fiori - devo legarli al tutore!
Intanto trifoglio, insetti volanti, merli festanti si radunano e festeggiano, cullati dai fiori di geranio dalle mille tonalità di rosso: una metafora di convivenza, uno stimolo a insistere nella sperimentazione e contemporaneamente un'oasi di pace, parentesi nostalgica dentro a una società il più delle volte ostile.
Qualcuno si è sentito perseguitato? Parliamone!